IL MALTEMPO NON FERMA ALEXANDER BOLSHUNOV.

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Il comitato è stato costretto ad accorciare la 50 km in tecnica libera maschile. Vince Bolshunov su Yakimushkin e Krueger.

Condizioni difficili allo stadio di Zhangjiakou, oggi 19 febbraio. L’ultimo atto dello sci di fondo maschile sarebbe dovuto essere la 50 km in tecnica libera: la più celebre di questo sport. Temperature ben sotto lo zero (circa -16°) e vento forte hanno costretto il comitato organizzatore ad accorciare la gara a 28,4 km, percorsi in 4 giri da 7.1 km.

La gara è stata molto tattica per i primi due giri, dove il gruppo di testa era composto da circa 30 atleti. Le prime azioni sono state lanciate da Manificat e Krueger, che portano il gruppo di testa a ridursi fino a 14 atleti. Pian piano alcuni dei favoriti si staccano, tra cui Klaebo che si ritira poco dopo. La gara sale di colpi e cominciano a tenere un ritmo impossibile per gli altri. Durante l’ultimo giro in testa ci sono Bolshunov, Spitsov, Yakimushkin, Maltsev, Patterson, Krueger, Roethe e Parisse. Prova ad andarsene Simen Krueger a metà giro ma i russi tengono e contrattacca il favorito alla vigilia, Alexander Bolshunov. L’attacco decisivo per le medaglie è arrivato a 1,5 km dall’arrivo quando il russo allunga portando con se Krueger e Yakimushkin. All’entrata allo stadio non ce n’è per nessuno: Bolshunov trionfa sul connazionale Yakimushkin e sul norvegese Krueger, autore di una grande prova dopo i dubbi legati al suo rientro dalla positività al Covid.

Il campione russo conquista quindi il suo terzo oro di queste olimpiadi, entrando nell’Olimpo del fondo. Con l’oro di oggi diventa infatti il secondo atleta di sempre per numero di medaglie, dietro alla leggenda Bjorn Daehlie.

Buona prova degli italiani in gara. Giandomenico Salvadori conclude in 18esima posizione dopo aver condotto la prima parte di gara nel gruppo di testa. Non riesce a rimanere agganciato a metà gara a coloro che si giocano le medaglie ma riesce a chiudere tra i primi del suo gruppone. Più attardato Paolo Ventura, 32esimo.

Foto credit: FISI