La biathleta austriaca si racconta, tra desideri di vittoria e allenamenti maniacali.
Lei è Anna Gandler, biatleta austriaca. Un cognome che oltre il Brennero è piuttosto noto nell’ambiente degli sport nordici: «Vengo da una famiglia sportiva: mio padre è stato uno sciatore cross country professionista» si racconta brevemente in varie interviste che circolano in rete. E sempre da queste dichiarazioni si scopre che il biathlon è sempre stata una grande passione.
Quando si incontra un atleta del biathlon, una delle domande che sorgono spontanee è sempre la stessa: «Cosa preferisci, il tiro o lo sci di fondo?» come se fossero due discipline separate, ma chi le pratica sa che le due sono strettamente connesse. E la risposta non tarda ad arrivare e nemmeno troppo dissimile dalle nostre osservazioni: «Dobbiamo fare entrambe le cose. Ci alleniamo molto, due volte al giorno, 15 volte alla settimana. In un anno, abbiamo tra le 700 e le 800 ore di allenamento. Ci alleniamo, sciamo, spariamo, mangiamo, dormiamo e poi ripetiamo» e ride la giovane Anna.
Una routine quotidiana per far si che si avveri quel sogno di diventare una campionessa mondiale o, meglio ancora, mettersi una medaglia olimpica al collo.
Siamo nel cuore della stagione e i Campionati mondiali sono in corso a Lenzerheide, ma c’è stato un momento, nella preparazione di fondisti e biathleti, in cui si è dovuti passare dagli skiroll sull’asfalto agli sci sulla neve: «È sempre un po’ difficile questa transazione, e noi prestiamo molta attenzione alla parte tecnica del passo di pattinaggio, lo skating».
C’è spazio per qualche riflessione: «Fin da piccola il mio obiettivo era vincere una medaglia mondiale o meglio ancora olimpica. Anterselva – dove si svolgeranno le gare di biathlon delle Olimpiadi invernali del 2026 – è il mio grande obiettivo. Non voglio essere lì solo per esserci, voglio competere per le medaglie: quel giorno tutto deve andare alla perfezione».
Nel biathlon, il tiro è molto importante, ça va sans dire (per dirla alla francese) perché puoi essere un corridore incredibilmente veloce, ma se sbagli al poligono, non hai alcuna possibilità di podio, ed ogni errore lo paghi con un giro dell’anello di penalità di 150 metri. «Cerchiamo di allenarci per questo, ma non è sempre così facile perché in gara si aggiunge lo stress e il pubblico. Inoltre, sai che hai solo 10 o a volte 20 proiettili. Non hai una seconda possibilità» racconta Anna.
E il domani? «Per il prossimo futuro il mio obiettivo rimane conquistare il podio della Word Cup ed essere una presenza stabile nella top 10». Idee chiare e un pizzico di ambizione che non guasta mai.
Scoprite la storia di Anna Gandler e guardate il primo episodio di “Carve Your Path”, la serie di video in cui gli atleti KASK condividono la propria passione e il loro percorso di preparazione per le prossime Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026.