I fondisti lo sanno bene: la montagna ha un fascino unico e l’attrazione che esercita spesso è incontrollabile. E non è solo questione di neve, binario e paesaggio immacolato: è proprio l’ambiente delle cime che seduce e richiama. Anche in estate, anche se non si scia. È la montagna. Per questo è facile comprendere (e magari invidiare) le scelte radicali di chi “si regala” alle vette, magari cambiando radicalmente vita pur di vivere in quota.
Chiara Todesco, giornalista e scrittrice, nata in una famiglia di alpinisti, si occupa da sempre di neve e turismo alpino. Ha raccolto in “Calore di lana e profumo di resina – la montagna delle donne” tredici storie che è facile comprendere (e magari invidiare), in cui racconta altrettante donne che hanno raggiunto il punto più alto della loro esistenza. Non è una metafora: hanno davvero voluto trasferirsi in montagna.
C’è Eleonora Saggioro, che abbandona il mondo del teatro per gestire il rifugio Sebastiani nel parco del Sirente Velino; c’è Lotte Zemmer, che a sessant’anni decide che quello che vuole è un roseto d’alta quota; c’è Roberta Vittorangeli, che proprio non riesce a vivere in pianura anche se ci è nata; c’è Eloise Barbieri, che dismette i panni della donna in carriera per andare a camminare in Himalaya; c’è Cristina Piolini, che da piccola scalava le pareti della chiesa e da grande scala gli Ottomila; e, insieme a loro, altre storie, altri modi di scegliere le vette come casa e come mestiere.
E non è questione di coraggio, incoscienza, progettualità, fuga, cambiamento, sfida, evasione: è soltanto scegliere di essere semplicemente sé stesse. Tredici storie in cui ciascuna persona può rispecchiarsi, trovare motivo di riflessione o, semplicemente, sognare. Perché la montagna è di tutto coloro che la rispettano, senza distinzione di genere.