A distanza di ben 13 anni dall’ultima occasione è stato organizzato a Trondheim in collaborazione con la Federazione Internazionale e la federazione norvegese un seminario internazionale per allenatori di alto livello impegnati nello sci di fondo. Erano presenti una quarantina di allenatori provenienti da tutte le nazioni più importanti del circuito che hanno avuto la possibilità di confrontarsi su aspetti metodologici, tecnici e funzionali. Il seminario è stato concepito in seno al progetto di condivisione e sostegno alle “altre nazioni” portato avanti dai norvegesi consapevoli del fatto che il loro strapotere nelle ultime stagioni, potrebbe ridurre l’interesse nei confronti del loro sport nazionale.
Dopo il camp di metà agosto tenutosi fra Holmenkollen e Lillehammer e rivolto a 150 giovani fondisti provenienti da ben 16 nazioni, fra cui i 12 azzurrini della squadra juniores italiana, la federazione norvegese ha “spalancato le porte” riguardo i propri sistemi di allenamento, i test funzionali a cui sottopongono i loro campioni, le strutture e gli allenamenti più specifici della forza, coinvolgendo i 2 sportivi più famosi: Marit Bjoergen e Petter Northug.
A rappresentare la Federazione Italiana Sport Invernali il responsabile del settore giovanile Marco Selle: “E’ stato molto importante esserci ed esprimere l’opinione di una delle nazioni leader al mondo – ha spiegato -. Sono rimasto sorpreso dalla disponibilità dei norvegesi, della possibilità che ci hanno offerto di ottenere qualsiasi tipo di informazione, di avere i programmi di allenamento delle loro squadre, conoscere i loro concetti tecnici e parlare apertamente con Bjorgen, Northug ed i loro allenatori. E’ stato interessante conoscere i modelli organizzativi e di reclutamento di Norvegia, Germania e Russia, confrontarli con i nostri, capire se le linee utilizzate divergono e quanto dalle nostre”.
Molto importante è stato il dibattito in presenza dei responsabili dello sport mondiale Vegard Ulvang e Pierre Mignerey sul futuro della tecnica classica che corre il serio rischio di essere accantonata se non saranno trovate migliori misure di controllo tecnico e regolamentare. L’Italia ha sostenuto che lo sci di fondo non può essere concepito senza la tecnica più antica ed ha avanzato numerose proposte per regolamentarla in modo da tutelare sia gli atleti che lo spettacolo.
“Sono rientrato sicuramente arricchito – continua Selle – e con la certezza che i sistemi di allenamento adottati dai tecnici della federazione italiana e contenuti nel nuovo testo di metodologia siano corretti. Abbiamo la garanzia che i principi tecnici contenuti nei testi utilizzati per la formazione dei nostri allenatori sono perfettamente in linea con quelli sfruttati dalla nazione leader al mondo. Nei prossimi giorni avremo occasioni di confrontarci fra tecnici di tutte le squadre FISI e discutere sul materiale raccolto. Quello che mi ha maggiormente colpito è il loro livello organizzativo, la sinergia fra scuola, territorio e sport, le numerosissime strutture che offrono la possibilità ai giovani di crescere ed imparare ed ai campioni di allenarsi anche durante la stagione estiva ed autunnale. Mi riferisco in particolare alle piste di skiroll. Una trentina per ora in Norvegia, sparse lungo l’intera nazione, con altre 10 in fase di progettazione. E’ probabilmente questa la direzione in cui dobbiamo impostare lo sci di fondo del futuro. Creare strutture simili all’interno di centri federali dove allevare i nostri fondisti e specializzare i più affermati. Quello che già fanno in Germania ed in
, quello fatto in Italia in altre discipline che ha contribuito a creare un elevato numero di campioni che sono andate in grossa difficoltà quando non sono più state utilizzate”.