La Coppa del Mondo Sprint vinta lo scorso inverno ormai è solo un gran bel ricordo e in Valle di Ledro, nel Trentino, Federico Pellegrino ha lavorando sodo a tutto tondo per farsi trovare pronto ai nastri di partenza della prossima stagione, quando tutto ripartirà da zero, ma con la consapevolezza di essere il leader del panorama internazionale, fattore fondamentale sia sul fronte dell’autostima, sia per il rispetto che gli avversari avranno verso di lui. “La scorsa stagione ho fatto qualcosa di grande, ma ormai sono passati dei mesi e la mente è già proiettata verso il prossimo inverno. L’aver vinto la Coppa del Mondo Sprint non pesa e non peserà, anzi: sarà a mio vedere soprattutto un punto di forza nel confronto con i miei avversari per quella sorta di timore referenziale acuito dall’eccellente inverno passato”.
Sulle sponde del Lago di Ledro, cuore della vallata con le sue acque color cobalto, il ventiseienne valdostano delle Fiamme Oro ha lavorato con la nazionale di sci nordico guidata dal tecnico responsabile Giuseppe “Sepp” Chenetti e dall’allenatore Paolo Riva. Con lui a sudare in Valle di Ledro c’erano anche l’altro valdostano Francesco De Fabiani, il valtellinese Maicol Rastelli, l’altoatesino Dietmar Noeckler ed il trentino Giandomenico Salvadori. “Sono ormai diversi anni che la Valle di Ledro è un punto fermo nella nostra preparazione estiva – continua Pellegrino, il fondista italiano più vincente a livello di Coppa del Mondo della storia – prima con la Nazionale B, poi con la Nazionale maggiore si è sempre lavorato bene da queste parti. Il clima è perfetto per quelle che sono le nostre necessità ma soprattutto la Valle di Ledro ci permette di variare molto nell’allenamento. Ad esempio quest’anno abbiamo potuto lavorare anche con la canoa, non mi era mai capitato ma devo dire che dopo un primo momento di orientamento, il lavoro è stato davvero interessante”.
Un’autentica palestra a cielo aperto, questa è la Valle di Ledro, territorio che negli anni ha meritato una doppia certificazione Unesco, una legata proprio all’ambiente con l’inserimento nel progetto Riserva della Biosfera e l’altra di carattere storico grazie alla zona archeologico-palafitticola risalente all’Età del Bronzo ed affacciata proprio sul lago. Nel corso della settimana di allenamento, Pellegrino e compagni hanno alternato sedute con gli skiroll con uscite di corsa attorno al lago, trekking sui sentieri che si dipanano sulle Alpi di Ledro, con canoa e mountain bike.“L’inizio di settembre è un momento davvero cruciale per la preparazione: qui si pongono le basi per la stagione ventura e non è un caso se siamo in Valle di Ledro. Per quanto mi riguarda ora sento di essere arrivato a pieno regime, dopo una primavera che ha proposto diversi impegni mediatici e sociali che inevitabilmente hanno rubato qualche tempo all’allenamento. Fa parte del gioco, anzi, è una fortuna ma adesso si inizia a fare sul serio: mancano poco meno di tre mesi all’inizio della stagione e come sempre le prime gare saranno ostiche perché molti avversari, scandinavi in primis, si presenteranno al via con molte più giornate di sci rispetto a noi italiani. Nelle ultime due stagioni ho sempre debuttato con un settimo posto, dovessi ripetermi anche quest’anno sarei davvero soddisfatto, perchè so che già con le settimane successive avrò raggiunto il top della condizione”.
Il prossimo inverno sarà molto importante per Pellegrino, atteso alla difesa della Coppa del Mondo e ai Mondiali di Lahti.“L’obiettivo di questa preparazione è quello di riuscire a garantire una forma ottimale e costante per l’intera stagione. Già l’anno passato sono riuscito ad andare forte da dicembre a marzo, pagando solo un momento di appannamento a gennaio. Ma siamo riusciti a capire come aggiustare le cose e siamo sicuri che quest’anno andrà anche meglio. Con Sepp Chenetti e Paolo Riva e tutto lo staff della Federazione si lavora alla grande, c’è stima e fiducia reciproca, così come all’interno del gruppo azzurro”.
Sbarcati dalla canoa, gli azzurri si sono ritagliati anche un breve momento di svago esibendosi in una gara di tuffi, nella scia delle imprese di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè alle scorse Olimpiadi di Rio. Ma il bel gioco è durato poco, perchè subito dopo tutti in palestra, per chiudere la giornata prima di fare ritorno al Rifugio Al Faggio, storico quartier generale del fondo azzurro nell’Alta Val Concei, laterale della Valle di Ledro. Perchè c’è un inverno da preparare. “Sarà un inverno davvero tosto – chiude Pellegrino – ogni gara sarà importante perchè per ripetermi nella classifica dello sprint devo riuscire ad andare forte per tutta la stagione. Poi ci sono i Mondiali di Lahti: storicamente è una pista che non mi si addice per via della discesa che anticipa il breve rettilineo finale, una condizione in cui anche chi non dispone di una grande resistenza alla velocità riesce a reggere allo sforzo. L’indicazione che da diverse parti è arrivata agli organizzatori è quella di provare a movimentare un po’ il finale, magari con un dosso artificiale: vedremo che scelte verranno fatte. Ma a prescindere da questo, l’obiettivo sarà quello di farsi trovare al top, sia a livello fisico che tattico”.
Concluso il lavoro in Valle di Ledro, supportato logisticamente dallo Sci Club Ledrense, Pellegrino e compagni inizieranno a prendere progressivamente confidenza con le nevi dei ghiacciai alpini e dell’impianto indoor di Oberhof, in Germania. L’assalto alla prossima stagione parte dal Trentino.