Nella staffetta femminile che apre il penultimo giorno di gare ai Campionati Mondiali di biathlon di Anterselva, i favori del pronostico sono tutti per la squadra norvegese che forte di 5 affermazioni nelle precedenti staffette oggi non manca l’appuntamento clou della stagione e conquista così un altro titolo mondiale, non senza soffrire. Ancora senza ori la Germania, comunque in grado di acciuffare un prezioso argento ai danni della combattiva Ucraina. Italia decima.
di Nicolò Zeduri
Una Norvegia a trazione Roiseland
Come accade solitamente nelle staffette, quasi tutte le squadre schierano in prima frazione atlete di seconda fascia per poi incrementare il valore delle stesse nelle successive e chiudere con la top player alla fine. Complice un inizio straripante da parte dell’Italia, ma comunque come da previsioni, la Norvegia e le altre sono costrette ad inseguire per la prima metà della gara. Solemdal in prima frazione soffre soprattutto sugli sci, Tandrevold prova a contenere i danni e la fallosissima Eckhoff rischia addirittura di far perdere le speranze di medaglia alla propria squadra. Ma quando hai in formazione Marte Olsbu Roiseland non c’è avversaria che tenga. La norvegese si è riconfermata, qualora fosse ancora necessario, come la regina di questi campionati mondiali: rimonta nel primo giro sugli sci, chiude con lo zero una sessione di tiro a terra stupefacente, al secondo giro continua a spingere in ogni tratto del tracciato e dimostra a una volta in più che il tiro in piedi per lei è una formalità. Straripante, precisa, veloce, solida di testa e (a questo punto) imbattibile. Questa è Marte Olsbu Roiseland, alla sua sesta medaglia in sei gare disputate, domani a caccia della settima per scrivere un nuovo record.
Germania e Ucraina sul podio
Sale sul secondo gradino del podio in grande rimonta la Germania, in seria difficoltà nelle prime due frazioni di Horchler e Hinz ma capace di grandi numeri con le medagliate Preuss e Hermann. Ottima prestazione e meritato bronzo per la squadra ucraina, non ai livelli delle prime due della classe sugli sci ma più precisa al poligono. Ennesima delusione e ancora niente medaglia per la Svezia, oggi quinta. Disperata e in lacrime a fine gara Hanna Oeberg, consapevole di essere stata lei a buttare via la medaglia nell’ultima sessione di tiro quando, spalla spalla con Roiseland a battagliare per l’oro, manca 4 bersagli ed è costretta ad un giro di penalità.
Italia dai due volti
Si è discusso parecchio della decisione dei tecnici italiani riguardo alle atlete schierate e all’ordine di partenza, che vedeva le due stelle di casa nelle prime due frazioni di gara. Strategia discutibile o meno, quello che conta è che alla fine queste scelte non hanno pagato. La squadra italiana è stata superlativa nella prima metà di gara e non all’altezza nella seconda. Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer sono state autrici di una prestazione eccellente, creando a metà gara un bottino di addirittura un minuto di vantaggio sulle inseguitrici, fatto più unico che raro in una staffetta. Purtroppo il livello delle altre aumentava con il passare dei giri, mentre quello dell’Italia è andato in diminuendo. Federica Sanfilippo ha provato il tutto e per tutto per restare della partita ma sulla distanza si è vista la differenza rispetto alle altre compagini. Poche recriminazioni per Michela Carrara, non ancora abituata a questi palcoscenici e soprattutto ancora troppo acerba per poter combattere con atlete del calibro di Roiseland e Hermann.
Photo Credit: Nordic Focus