«È una medaglia meravigliosa perché è chiaro che l’oro lo è, però è chiaro che si tinge anche di significati ancora più belli perché mi piace dire viene da una donna. Arianna ovviamente ci ha regalato il primo e comunque anche lei ha segnato la storia in un modo particolare.»
Così Manuela Di Centa, campionessa olimpica del 1994 a Lillehammer e membro onorario del CIO, commenta gli ori olimpici femminili a Tutti Convocati su Radio 24 e sulla vittoria di Sofia Goggia nella discesa libera aggiunge: «L’Italia forse è un paese sci alpino–dipendente, allora questa medaglia la vediamo brillare ancora di più, ma per me sono tutte uguali. Io mi metto nel cuore dell’atleta, nel cuore dei tecnici e nel cuore di quelle persone che hanno lavorato proprio per questa medaglia e penso che ogni oro è uguale per ogni atleta e per ogni tecnico e per ogni dirigente che ha lavorato per quella medaglia.»
E aggiunge: «Questa medaglia viene da una ragazza che butta veramente il cuore al di là dell’ostacolo e lo butta con un carattere molto forte, e credo che al di là di questa sua voglia di regalare anche un po’ di pazzia a tutti noi, ci sia una grande serietà di pensiero, ci sia una freddezza nel calcolare, cioè quello che c’è dentro una campionessa”.
Manuela di Centa continua ai microfoni di Tutti Convocati su Radio 24 anche: «Ho incontrato Kasper, presidente del FIS che è membro del CIO, e mi ha fatto i complimenti non tanto per la medaglia d’oro, ma perché quella medaglia rappresenta un pezzo di storia. Perché era da Zeno Colò che l’Italia non vinceva in discesa e quindi rappresenta veramente per tutto il mondo dello sport la storia e quando si va dentro la storia in questo modo viene riconosciuta la medaglia anche in modo diverso.»
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