di Gianluca Zanardi
Ci sono atleti che sono nati per praticare uno sport e lo fanno al massimo delle loro capacità. Di solito sono: bravi, determinati e soprattutto vincenti. Su questa Terra però, talvolta si palesa un’altra tipologia di sportivi che possiedono il talento unico di elevare i propri limiti oltre quello che dovrebbe essere il livello concepito dalla mente umana. Questi atleti sono la dimostrazione che lo sport non si consuma al fatto di praticare una disciplina, ma è una delle espressioni più pure della vita. Ecco, Oksana Masters fa decisamente parte di questo secondo gruppo.
Gli Stati Uniti stanno nettamente dominando questa edizione dei Giochi Paralimpici Invernali di PyeongChang 2018 grazie ad un bottino di 21 medaglie and counting… come piace dire a loro dall’altra parte dell’oceano. Molte di queste medaglie, tra l’altro, provengono proprio dalle discipline dello Sci Nordico, le più care a noi appassionati.
Nella notte italiana per gli States è arrivata l’ennesima soddisfazione d’oro nella Sprint femminile grazie alla conquistata da Oksana Masters, un’atleta che porta con sé una storia tutta da scoprire. Oksana è nata infatti a Chernobyl nel 1989 ed ha vissuto sulla propria pelle il disastro nucleare che in quegli anni devastò la cittadina ucraina. Proprio le radiazioni derivanti da quella che verrà ricordata per sempre come una delle più terribili disgrazie della storia, le hanno causato l’amputazione di entrambe le gambe. Come se questo non bastasse, fu abbandonata dai genitori naturali passando un’infanzia tra gli orfanotrofi, fino all’età di 7 anni quando venne adottata da una signora americana, Gay Masters.
Ora, con tutte queste vicende alle spalle trovare la forza di ricominciare non deve essere stato certo facile. Ma Oksana Masters non è solo ripartita, ha fatto di più diventando un’icona dello sport mondiale grazie a un cuore e una determinazione senza pari, supportati da un bagaglio di capacità atletiche invidiabili. Da Londra 2012 ad oggi ha preso parte a quattro Olimpiadi in quattro discipline diverse: canottaggio, ciclismo, fondo e biathlon. E proprio questi Giochi di PyeongChang, se ce ne fosse ancora bisogno, la stanno incoronando come assoluta protagonista dopo aver conquistato l’argento nella 6 chilometri di biathlon e da ultimo l’oro della Sprint.
«Sono al settimo cielo, ho seguito questo oro a lungo, è la medaglia più incredibile» ha dichiarato dopo la gara, e se lo dice lei, noi tendiamo a fidarci.
Non ci resta altro da fare che osservare e celebrare la storia sportiva che si compie davanti ai nostri occhi, tra la gioia e la meraviglia.
Di fronte a tutto questo possiamo solo toglierci il cappello, chapeau Oksana!