LO SPORT FEMMINILE: IL GENERE FA LA DIFFERENZA?

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PREDAZZO 5 MAGGIO 2018 "Lo sport femminile: il genere fa la differenza?" Il 5 maggio a Predazzo la 9^ edizione del Convegno a regia Fiamme Gialle dedicato a giovani, sport e montagna. 5 maggio 2018 "Copyright PHOTO ELVIS"

Straordinario successo di pubblico per la nona edizione del convegno nazionale di formazione “Giovani, Sport e Montagna” organizzato sabato 5 maggio a Predazzo (TN), presso la Scuola Alpina della Guardia di Finanza, dal Gruppo Sciatori Fiamme Gialle in collaborazione con il Centro Ricerca Sport Montagna e Salute di Rovereto e la Scuola dello Sport CONI di Trento. Alla manifestazione, dedicata quest’anno al tema “Lo sport femminile: il genere fa la differenza?” hanno partecipato oltre 350 persone fra tecnici, dirigenti sportivi, studenti e ricercatori universitari, insieme a numerosi atleti professionisti e semplici appassionati di sport, in particolare quelli invernali. Così come fatto per le edizioni precedenti, il convegno è stato condotto da un team di relatori e moderatori di altissimo livello, a partire dall’olimpionica del ciclismo su pista (Atlanta 1996 e Sydney 2000) Antonella Bellutti passando per Rossana Ciuffetti, Direttore Scientifico della Scuola dello Sport del CONI, Marco Mencarelli, tecnico delle squadre nazionali giovanili femminili della Federvolley, Valter Durigon, docente di Scienze Motorie presso l’Università di Verona, Silvia Migliaccio, docente di endocrinologia presso l’Università del Foro Italico di Roma, Francesca Vitali, docente di psicologia all’Università di Verona, Silvia Pogliaghi, docente di fisiologia sempre nel capoluogo Scaligero. È intervenuta anche Luisa Rizzitelli, Presidente di ASSIST – Associazione Nazionale Atlete, oltre ovviamente all’anima scientifica del convegno, il Prof. Federico Schena, Direttore del Centro Ricerca Sport Montagna e Salute CeRiSM di Rovereto e Presidente dei corsi di Laurea in Scienze Motorie presso l’Università di Verona.

Gen. Raffaele Romano.

Il seminario è stato aperto dal saluto di benvenuto del Generale di Brigata Raffaele Romano, Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza, che nel rivolgersi alla platea ha sottolineato “l’orgoglio delle Fiamme Gialle nel prestare molta attenzione ad un tema ineludibile, quello della formazione dei tecnici. Il mondo ci impone – ha continuato il Generale Romano – di crescere e stare sempre al passo con i tempi e noi Fiamme Gialle teniamo moltissimo alla professionalità dei nostri tecnici”. Collegandosi poi al tema specifico di questo convegno, rilevando la necessità “di un maggiore equilibrio fra settore maschile e femminile” il Generale Romano ha evidenziato lo straordinario apporto delle donne nell’Albo d’oro delle Fiamme Gialle e dello sport italiano ricordando le imprese delle protagoniste dei recenti Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang Arianna Fontana, Sofia Goggia, Martina Valcepina e Dorothea Wierer. “Siamo alla nona edizione del convegno – ha concluso Romano – la nostra intenzione è quella di passare in doppia cifra.

Ha preso quindi la parola il “padrone di casa”, il Comandante della Scuola Alpina della Guardia di Finanza, Colonnello Stefano Murari, che ha evidenziato con soddisfazione come la grande collaborazione fra Scuola Alpina e Gruppo Sciatori Fiamme Gialle trovi anche in questa occasione conferma di un’ottima sinergia ed unione d’intenti. Murari ha voluto presentare il nuovo corso allievi della Scuola Alpina dedicato, per la prima volta, esclusivamente alla formazione di nuovi tecnici per il Soccorso Alpino (S.A.G.F.).

Presente al convegno, il Presidente del CONI trentino, Paola Mora, ha espresso il suo apprezzamento per la tematica proposta in questo convegno ricordando, da unica donna presidente di un Comitato Provinciale del CONI, la necessità di una seria discussione sul tema donna e sport. “Le recenti Olimpiadi sono la testimonianza del grande apporto femminile nel mondo dello sport – ha detto Paola Mora – non nascondo che resta ancora molto da fare e auspico un percorso di collaborazione fra universi sportivi maschile e femminile”.

È intervenuto anche il Presidente della Federghiaccio Andrea Gios che, numeri alla mano, ha rilevato come 3 delle 4 medaglie targate FISG ai Giochi di PyeongChang 2018 siano “rosa” e che fra i 22 risultati da top 6 ottenuti in Corea ben 15 sono arrivati grazie alle donne. “Le nostre ragazze si fanno rispettare – ha detto il Presidente Gios citando Carolina Kostner, Arianna Fontana e Martina Valcepina – esse portano avanti un certo modo di fare sport, un fare sport con eleganza, passione, impegno e correttezza. È indispensabile, al di là delle disposizioni di legge, che le donne entrino anche nel settore dirigenziale dello sport”.

In rappresentanza della Federazione Italiana Sport Invernali è intervenuta Loretta Piroia la quale, fra pochi giorni, sarà nominata Segretario Generale della FISI (anche in questo caso sarà la prima volta per una donna). “Al pari della Federghiaccio – ha evidenziato la Piroia nel suo saluto – anche la FISI ha avuto a PyeongChang un grandissimo contributo dal settore femminile. Ci sono molte donne che operano nei settori giovanili mentre sono poche quelle nelle squadre nazionali. Mi auguro quindi una crescita in tal senso sia nei quadri tecnici che in quelli dirigenziali”.

Al termine dei saluti di benvenuto il convegno è quindi entrato nel vivo sviluppandosi su 3 sessioni “Lo Sport femminile” – “Differenze di Genere” – “L’Allenamento al Femminile” e 2 momenti di confronto fra relatori e partecipanti.

Se è certo che una buona genetica serve ed aiuta nella prestazione sportiva di alto livello non vi è alcun dubbio che la capacità di raggiungere prestazioni di élite, almeno in Italia, sembra essere una caratteristica decisamente più frequente tra le femmine, con buona pace di coloro che sono convinti della superiorità maschile e della minor propensione delle nostre ragazze all’impegno agonistico. Ed invece i fatti (e le classifiche delle competizioni più recenti) ci dicono che le cose non stanno così. E non si tratta solo di singoli casi, pure eclatanti, piuttosto di una diffusa differenza che riguarda singoli risultati di alto livello ma che ormai da anni viene riscontrata in vari sport tra cui anche quelli della montagna. Quindi un fatto assodato e non più un caso, seppure vantaggioso per il nostro movimento sportivo.

Questo convegno ha quindi voluto cercare di approfondire, con un confronto aperto e senza pregiudizi, le possibili ragioni di questa situazione, partendo dagli aspetti biologici e funzionali, piuttosto noti ma anche molto trascurati, che differenziano i generi femminile e maschile e che influenzano lo sviluppo della prestazione sportiva per giungere alla dimensione psicologica e mentale e analizzare tutto insieme nel contesto delle scelte per l’allenamento nelle varie fasi dello sviluppo dell’atleta.

A questo link è possibile scaricare il book con gli abstracts del convegno.

Photo Credit: PHOTO ELVIS