EDITORIALE CATERPILLER

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Pietro Piller Cottrer
Pietro Piller Cottrer

UNA SCELTA DI CORAGGIO

Sono stati due anni intensi e affascinanti, e quelli che verranno lo saranno ancor di più. Il ruolo di allenatore mi consente di stare a stretto

Pietro Piller Cottrer
Pietro Piller Cottrer

contatto con molti giovani e seguirli da vicino, cosa che prima da atleta non mi era certamente possibile. I tempi sono cambiati, e anche i “giovani” si sono trasformati; l’evoluzione e la diffusione della tecnologia ha cambiato molto le nuove leve, ma una cosa non si è modificata e probabilmente non cambierà mai nel futuro: la paura. Le insicurezze degli ultimi allenamenti che precedono le gare, il timore delle gare stesse, le incertezze sulla scelta degli sci,  e decine di dubbi su tutto ciò che ci circonda. Le chiamano paturnie.

«Pietro, scusa, ma secondo te è meglio questo o quello?».

«Sai che oggi in allenamento quello là mi sembrava più veloce…».

«Ma tu quando sciavi, come facevi in questa situazione?».

«Non capisco perché non vado…forse non sto bene».

«Accidenti, ho un dolorino qui, proprio qui…»

A volte quando sento frasi come queste sorrido, perché sono le stesse che dicevo io vent’anni fa.

Il mondo è andato avanti, ma la “angoscia” da prestazione non è mai cambiata.

E la parte del mio “nuovo” lavoro che più mi piace è proprio questa, avere la possibilità di trasferire ai ragazzi la mia esperienza di atleta, provata e testata sul campo in prima persona e forse per questo il consiglio può avere un effetto immediato.

Ma a volte certe frasi ti spiazzano. Un bel giorno arriva uno dei miei ragazzi che conosco da un po’ di tempo e, con una franchezza disarmante, mi dice che vuole smettere di sciare. Niente più gare! Basta . Finito!!
Per me è stato un fulmine a ciel sereno e ancora prima che io possa cercare di dissuaderlo, mi dice che ha già fatto un colloquio di lavoro che verrà assunto per un primo periodo a tempo determinato con serie possibilità che diventi un “posto fisso”.  Confesso un po’ di sconforto e di amarezza per un sogno troncato a metà. Peccato, ma faccio anche una riflessione che voglio condividere sulle pagine di SciFondo.

Personalmente, ho fatto della mia vita sportiva una questione di principio dove il ritiro dalle gare non era contemplato, tenere duro e non mollare mai era ed è il mio motto, e ho sempre sostenuto che lo sport è la più grande scuola di vita, tuttavia ho ritenuto giusto non dissuadere il mio giovane pupillo dal prendere una decisione così drastica perché in fondo, mi ha colpito la sua determinazione e le sue idee molto chiare.

Nessun consiglio mi è stato chiesto e, per rispetto della decisione, niente mi sono sentito di aggiungere a quella posizione così netta. Solo un grande augurio per un enorme successo nella vita “reale” cioè quella fuori dallo sport.

Chissà, forse ha fatto bene, o forse no, ma ho letto in quella decisione una lezione che lo sport ci può dare: non tanto un abbandono prematuro, ma una scelta di coraggio nell’affrontare il futuro incerto che questo Paese offre ai giovani.

E come dico ai miei ragazzi: teniamo duro! Se ce la facciamo in questo momento di crisi, poi la strada sarà tutta in discesa.

Pietro Piller Cottrer