LA MEDAGLIA TANTO CERCATA DI DIDDI & CHICCO

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Federico Pellegrino e Dietemar Noeckler sul podio della Team Sprint ai Mondiali di Lahti 2017 (foto Auletta - Pentaphoto/Mateimage)

La medaglia (dei record) voluta. L’argento nella Team Sprint Classic è la prima in questo format dell’Italia

Federico Pellegrino e Dietemar Noeckler sul podio della Team Sprint ai Mondiali di Lahti 2017 (foto  Auletta - Pentaphoto/Mateimage)
Federico Pellegrino e Dietemar Noeckler sul podio della Team Sprint ai Mondiali di Lahti 2017 (foto Auletta – Pentaphoto/Mateimage)

“L’abbiamo voluta, cercata e ottenuta. Questo argento ce lo siamo andati a prendere”. Mai prima d’ora l’Italia del fondo aveva vinto una medaglia in tecnica classica in una Team Sprint dei Mondiali. Dopo l’oro della Sprint Skating, il bronzo nella Team Sprint Skating dei mondiali di Falun 2015, Federico Pellegrino ne ha vinta un’altra, quella d’argento insieme al compagno di una vita di gare, Dietmar Noeckler. E, considerando il bronzo nella Sprint Skating dei mondiali Juniores di Hinterzarten 2010 e l’oro della Sprint Classic dei mondiali Under 23 di Liberec, ha portato a cinque il numero di medaglie iridate personali. “Il giorno dopo la Sprint in skating avevo due gambe dure come quelle delle settimane con 30 ore di lavoro. Avevo dormito pochissimo e la tensione era passata tutti nei muscoli. Ma a Casa Italia mi hanno rimesso nuovo: prima un’alimentazione ad hoc e poi le cure del fisioterapista. E oggi, volavo di nuovo. Io e Diddi abbiamo capito che tra i migliori al mondo, anche in classico, possiamo esserci pure noi. Quando ho visto la start list mi sono caricato ancora di più: Francia, Svezia e, in parte, Canada, hanno schierato gli sprinter puri e mi sono chiesto se avessero mai potuto tenere per una gara così lunga come la Team Sprint. Ho guardato Diddi e ci siamo detti: ce la giochiamo in quattro; ce la possiamo fare”.

All’inizio dell’ultima discesa, sotto il nevischio e con sci ancora una volta iper performanti, Federico è insieme a Russia, Norvegia e Filandia. E’ terzo. Ivertsen e Niskanen si agganciano all’ingresso dell’ultima curva e cadono; Federico si rialza, Ustiugov arriva da dietro e lo passa all’esterno. “Sono episodi – dice –. Nella carriera di un’atleta una volta sei fortunato e una volta no. M

i è andata bene ma avrei voluto vedere come sarebbe andata a finire in quattro. Perché in cima alla salita mi ero tenuto un po’ di energia per giocarmi tutto in volata”.