Questo articolo inaugura la partnership con Meteoski, la piattaforma che offre previsioni meteo mirate sulle principali località sciistiche e fornisce indicazioni sul comfort durante le attività sulla neve, attraverso la quale vi daremo nozioni e consigli legati al mondo della montagna. Argomento del primo articolo: lo scambio termico tra ambiente e individuo.
Il benessere termo-igrometrico dell’individuo può essere definito come “la condizione mentale di soddisfazione nei confronti dell’ambiente termico” che coincide con lo stato in cui il soggetto non sente caldo né freddo. Secondo questa definizione, quindi, il concetto di comfort termico può essere tradotto come lo scambio tra l’uomo e l’ambiente. Si tratta di un elemento importante soprattutto nel corso delle uscite in montagna, quando la situazione termica può essere non adeguata e creare una sensazione di disagio (discomfort), o al contrario essere confortevole e provocare una sensazione di benessere definito comfort termico.
La termoregolazione del corpo
Quando l’uomo si trova a confrontarsi con l’ambiente mediante, scatta un meccanismo di termoregolazione del nostro corpo nel corso del quale l’ipotalamo effettua una dilatazione o costrizione dei vasi sanguigni per aumentare o ridurre l’afflusso di sangue alla periferia. Inoltre, l’ipotalamo attua la termoregolazione comportamentale: sudorazione e riduzione dell’attività fisica oppure brividi e posizioni del corpo rannicchiate. Se da una parte, infatti, esistono parametri di caldo e freddo oggettivi, ciò che fa la differenza è il compromesso a cui scende ciascun individuo nel confrontarsi con le caratteristiche ambientali, che è personale e dipende da vari fattori: età, metabolismo, caratteristiche psicofisiche, tipologia di attività svolta e abbigliamento indossato.
L’importanza dell’abbigliamento
Gli appassionati di montagna sono ben cosci dell’importanza dell’abbigliamento quando si è soggetti ad una lunga esposizione a basse temperature e al vento (fattori che aumentano la velocità con cui il corpo perde calore). Il vestiario, infatti, funge da barriera e ci aiuta nello scambio tra noi e l’ambiente. Un aspetto ancora più importante nelle discipline invernali dove le condizioni microclimatiche rappresentano anche un importante fattore ergonomico. Il tempo, se troppo severo, oltre un notevole disagio, può costituire un rischio per la salute e per la sicurezza dell’attività che si sta svolgendo.
Un grado di comfort basso è sinonimo di maggiore probabilità di infortuni e incidenti. Il grado di rischio aumenta non solo per le condizioni esterne, ma anche perquelle interne al nostro corpo. Mentre si fa sport a temperature molto basse, se il comfort termico viene meno, l’energia necessaria per l’attività viene conseguentemente investita nel mantenimento della temperatura del nostro corpo; ciò affatica maggiormente il nostro organismo e ci induce in errore, motivo per il quale nelle competizioni agonistiche il fattore climatico gioca un ruolo fondamentale per lo studio delle strategie di gara.
Calcolare il comfort in modo oggettivo
Come detto, concettualmente il comfort è una grandezza estremamente soggettiva basata sulla percezione del singolo soggetto, ma è altrettanto vero che esistono degli standard inequivocabili calcolabili attraverso le nuove frontiere della matematica (intelligenze artificiali) e sistemi di logica sfumata che possono definite il comfort in modo oggettivo. In questo, Meteoski è stato in grado di tradurre in linguaggio matematico la percezione umana a livello qualitativo e quantitativo di grande aiuto anche per le necessità delle aziende che si occupano di materiali tecnici per il vestiario.