IMPERIALE PELLEGRINO IN VAL MUSTAIR

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Federico Pellegrino in Val Mustair

Pellegrino  060115mf050Le sprint in Coppa del Mondo hanno un padrone, e il suo nome è Federico Pellegrino. Sì perché dopo la vittoria a Davos di dicembre, e quella di pochi minuti fa in Val Mustair, il ragazzo di Gressoney è l’atleta da battere nel corpo a corpo. E i norvegesi se ne sono accorti: Petter Northug e Martin Johnsrud Sundbye sugli altri due gradini del podio.

Fisicamente Pellegrino sembra essere arrivato al top per le prove veloci: sta vivendo, forse, il momento apicale della sua carriera, grazie ad un fisico da vero atleta di livello mondiale e a una tecnica di sciata impeccabile.

Ma ciò che colpisce è la maturità tattica di Pellegrino. Nella semifinale, vinta e stravinta, mette in mostra tutta la sua mercanzia: potenza, stile e intelligenza. Ma si sa che la finale a volte gioca brutti scherzi. E allora nella finale della Val Monastero parte veloce ma non velocissimo. Lascia sfogare i due Norge già citati, e con la coda dell’occhio cura i russi Eugeny Belov e Ilia Chernousov. Fuori dai giochi lo svedese Calle Halfvarsson che finirà sesto.

Dopo il primo giro Chicco mette fuori la testa ma gli chiudono la strada sulla prima salitina, e così taglia tutto a destra e aspetta il salitone finale dove il cric croc lo si sente anche in televisione. Frequenza e potenza, ecco la lezione di Pellegrino su quella salita, tanto da tenere “furbescamente” la terza piazza sulle code di Sundby e Northug. Discesa e posizione a uovo, per poi affrontare l’ultima curva prima del rettilineo finale. E qui si accende il videoregistratore per vedere e rivedere un finale che può essere definito imperiale!! Chicco parte terzo e tutto lascia pensare ad un podio, ma spinta dopo spinta infila i due norvegesi, e spegne loro quel sorriso sarcastico che spesso appare sui volti dei nordici quando battono “il resto del Mondo”.

E poi arrivano altre immagini da registrare: il volto sorridente di coach Paolo Riva, Chicco che indica il cappello bianco non solo per il colore ma intonso da sponsor, una bandiera tricolore che sventola tra il pubblico, Federico che cammina tra i corpi distesi e ansimanti  di Northug e Sundby dopo la linea d’arrivo, il podio con il “nostro” in mezzo ai due vichinghi.

Chi diceva che Chicco ci aveva messo una croce sulle prove veloci, evidentemente si è sbagliato di grosso: anzi, la croce (rossa, vista la nazione dove il valdostano miete successi) se la porta in spalle, salvando il bilancio dell’italfondo. E spiace che l’atleta di punta della nazionale rossa non abbia uno sponsor da valorizzare: chissà se l’ufficio marketing della FISI ne è al corrente.

Carlo Brena

 

Photo NordicFocus