IL LATO OSCURO DELLO SPORT

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Il lato oscuro dello sport

cimg1162Magra non significa necessariamente performante. E non significa nemmeno felice. Eppure la tendenza a ricercare tale condizione fisica è drammaticamente diffusa in moltissimi sport, in particolare nella popolazione femminile. Rinunce, diete restrittive, introito calorico inferiore al necessario possono avere conseguenze gravissime, tra cui disturbi del comportamento alimentare.

Lo sci di fondo non ne è esente. Un recente studio, condotto su junior norvegesi dello sci di fondo e del biathlon, ha evidenziato che un’atleta su cinque è affetta da disturbi alimentari. La percentuale è ancora più alta nei contesti in cui la pressione legata all’eccellenza nella prestazione sia maggiore, come ad esempio lo sport d’élite. Le motivazioni sono molteplici e vanno investigate a livello psicologico, culturale e sociale. Complice la diffusa e comunemente accettata associazione della magrezza alla performance negli sport di resistenza, i disturbi alimentari sono strettamente connessi con la questione dell’immagine del corpo. Le ragazze tendono ad assomigliare all’immagine di corpo relativa allo sport praticato, poiché credono connessa a migliori risultati. Ma non solo: entrano in gioco anche le problematiche legate all’immagine del corpo imposta dalle norme sociali. Insomma, cercare la magrezza non solo per essere più forti, ma anche per apparire più belle dentro la tutina da sci. A questa rincorsa ad un corpo ideale, si associa la tendenza al perfezionismo, al controllo e alla morbosa soddisfazione delle proprie e altrui aspettative.

È la storia, parallela alla splendente carriera, della fondista norvegese Vibeke Skofterud, la quale si rivela attraverso il suo blog nel 2015. Anni di eccessi alimentari e incredibili variazioni di peso, disturbi alimentari e mancata accettazione di sé. Un evento, quello della scandinava, che rompe il silenzio nel nostro sport: perché se da un lato molti allenatori, senza competenze mediche, mettono pressione a livello nutrizionale sulle atlete, c’è invece una grande disinformazione sui disturbi alimentari, oltre che la tendenza a sottovalutare il problema.

I disordini alimentari sono una questione determinata da fattori multipli e complessi. Prevenire il problema, indi- viduarlo e risolverlo non è facile. Ma iniziare a parlarne può essere un primo passo.

 

Virginia De Martin Topranin