La Wada stavolta ha vinto e Sundby piange.
Il Tas (tribunale arbitrale dello sport) ha accolto il ricorso avanzato dalla agenzia mondiale antidoping nei confronti del fondista norvegese Martin Johnsrud Sundby e della FIS che aveva tollerato la quantità di salbutamolo trovata negli esami antidoping effettuati il 3 dicembre 2014 a Davos e l’8 gennaio 2015 a Dobbiaco. Ora il norvegese dominatore della stagione appena archiviata dovrà scontare due mesi di squalifica. A Sundby verranno revocati i risultati ottenuti nel periodo di positività al farmaco antiasma e dunque saranno riassegnati a tavolino il Tour de Ski 2015 (a Northug) e la Coppa del Mondo 2015 (a Cologna).
Il TAS ha riconosciuto che l’atleta che non ha infranto le regole intenzionalmente, che ha una condizione clinica che richiede la somministrazione di salbutamolo e che aveva usato il farmaco come prescritto dal suo medico di squadra, come aveva fatto quindi prima senza problemi, ma, allo stesso tempo, ha sancito che la prescrizione del medico sociale riguardo l’uso del salbutamolo al di fuori di un ospedale era discutibile almeno come il fatto che l’atleta e il suo medico non avevano fatto alcuna richiesta di WADA, FIS e alla casa farmaceutica in merito alla necessità di compilazione del TUE per l’utilizzo del medicinale in questione (il Ventolin).
La FIS, pienamente in accordo con la decisione del TAS, ha comunque sottolineato che non si tratta di un caso di doping volontario.