Questione di Fondo
Il termometro del fondo
Fa caldo, governo ladro. Il vecchio adagio degli anni che furono, adattato a questo autunno che profuma di Caraibi piuttosto che di catene da neve perennemente nel bagagliaio dell’auto. Fa caldo, accidenti, e tutti i telegiornali a mal celare la gioia di temperature elevate, magliette a maniche corte e ciclisti che non hanno ancora riposto la bicicletta in garage.
Fa caldo, e non va bene. Non va affatto bene!
E pare che la temperatura si alzi anche quando si parla dei test di sci da fondo che tante polemiche suscitano ogni anno, e che ogni volta ci vede difendere il lavoro svolto da uno straordinario gruppo di 15/16 professionisti a vario titolo dello sci di fondo, dagli attacchi di un mondo che li ritiene condizionati e influenzabili. Mettere in dubbio la loro onestà da una parte ci fa arrabbiare perché sappiamo quanta attenzione pongono durante le prove di sci, ma dall’altra ci conferma quanto “piccolo” e modesto sia il nostro ambiente. La scienza sostiene che le dimensioni ridotte di una struttura consentono uno sviluppo più rapido rispetto ad altre configurazioni più grandi. Ma nel fondo la scienza si sbaglia: da noi pur di difendere un territorio, ancorché ridotto, si è disposti a bloccarne la crescita. E in primis sono gli attori del mercato che all’invito “a fare squadra” si fanno notare per l’assenza di risposte. Non tutte naturalmente, ma preoccupa che non vi sia interesse (curiosità) nemmeno tra coloro che dovrebbero avere l’interesse (economico) per far crescere il comparto.
Fa caldo, cari fondisti, ma non in un mondo che ormai è freddo.
Carlo Brena
Direttore Responsabile SciFondo