IL VIAGGIO IN RUSSIA DI ROBERTO LIGUGNAGA

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Un'immagine della premiazione della staffetta azzurra ai Mondiali Master di
Un'immagine della premiazione della staffetta azzurra ai Mondiali Master di
Un’immagine della premiazione della staffetta azzurra ai Mondiali Master di Syktyvkar (Russia)

Roberto Ligugnaga è un nostro lettore che ha vissuto l’esperienza della World Master Cup di Syktyvkar, in Russia. Oltre a portare a casa una medaglia di bronzo nella staffetta, lo sciatore azzurro ne ha approfittato per riassaporare il clima russo, dall’area nordoccidentale a Mosca, dalla periferia, al centro città. Ecco il suo resoconto.

Ho partecipato nel Marzo 2015 alla Coppa del Mondo Master (World Master Cup) sulle nevi di Syktyvkar nella Repubblica di Komi, in Russia, e sono rientrato con una medaglia di bronzo, ho collezionato una squalifica e tre medaglie nere (km 5, km 10, Km 15). Il podio è arrivato nella gara a squadre delle nazionali 4×5 km grazie al contributo dei compagni Valentino Stella, Antonio Gianola, Gabriele Poletti ed agli sciolinatori Carolina Tiraboschi e Nicola Invernizzi. Non mi posso di certo lamentare di questi risultati: contavo di conquistare solo medaglie nere ed invece ho raggiunto anche un terzo posto. Buono il bilancio azzurro: la nazionale italiana ha conquistato in totale 28 medaglie!

Durante il viaggio, ho avuto modo di paragonare quanto avevo visto nella mia attività ai tempi della Unione Sovietica negli anni ’70 ed ’80, poi ai tempi che seguirono la caduta del muro di Berlino ed infine ai tempi attuali di Putin. Nelle grandi città l’attività è diventata molto più tumultuosa, disordinata, sembra che le condizioni di vita siano migliorate e per le vie di Mosca non mancano le auto di grossa cilindrata. Nei piccoli paesi e villaggi del nord, sembra che ben poco sia cambiato: immense foreste, poche automobili, le strade in pessime condizioni e frequentate solo da camion che trasportano legname, e si scorgono ancora tante catapecchie in legno e laminati di arrugginito ferro che ricordano le vecchie isbe dei tempi della ritirata di Russia e che danno l’impressione di una grande miseria. I poliziotti, almeno dalle divise, ricordano i tempi del KGB. Le lingue straniere sono pressoché sconosciute ma i giovani vestono all’europea e maneggiano continuamente telefonini e tablet: forse saranno queste nuove generazioni nei prossimi anni a dare una scossa alla nazione, ma dai piccoli paesi si dovranno spostare nelle grandi città per trovare un avvenire migliore.

Un’altra caratteristica che si può’ notare un po’ ovunque è la remissività accettata della popolazione che mi ricorda i tempi dello stalinismo. Un discorso a parte bisogna fare per le tradizioni contadine russe: le fogge ed i colori dei costumi, i balli ed i canti popolari sono sempre affascinanti e coinvolgenti e allo stesso tempo ricordano i tempi duri degli Zar. Non sono però mai riuscito a trovare una traduzione dei testi. Altra caratteristica che risalta, sia nelle grandi città sia nei piccoli paesi, sono i colori vivi e splendenti delle chiese ortodosse che dimostrano una recente costruzione dopo la distruzione degli Anni ’70 ad opera del comunismo. Splendida la nuova cattedrale ortodossa nel centro di Mosca che era stata abbattuta da Stalin. Il costo della vita attuale è molto basso, come ai tempi passati, tenendo però conto che anche i salari sono altrettanto bassi.